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Orto Magico

Le Erbe delle Streghe e le Erbe della Morte
Nelle prime due aiuole LE ERBE DELLA MORTE e LE ERBE DELLE STREGHE, trovano posto piante tossiche, velenose, perfino mortali. Sono prima di tutto un memento mori indispensabile per chi si accosta al mondo silenzioso delle piante. Ma anche un riconoscimento di una cultura millenaria, che faceva delle erbe preziose e potenti alleate in grado di decidere la vita ma anche la morte delle persone. L’idea che “naturale” equivalga ad “innocuo” è fuorviante: non esistono piante buone o cattive.

Le piante devono difendersi e non potendo spostarsi hanno messo a punto strategie di sopravvivenza diversificate tra cui ad esempio la tossicità. Cicuta (Conium maculatum), Aconito (Aconitum cammarum), Elleboro (Helleborus niger), Mandragora (Mandragora officinarum), Giusquiamo (Hyoschiamus niger), Digitale (Digitalis purpurea) sono piante molto pericolose ed addirittura mortali. Ma tra le più pericolose abbiamo anche specie insospettabili come l’OLEANDRO (Nerium oleander), il Mughetto (Convallaria majalis) e perfino il CICLAMINO (Cyclamen Europaeum): i bulbi di quest’ultimo, che Plinio il Vecchio inseriva tra le piante “amuleto”, contengono alcaloidi che erano alla base di preparazioni che facevano “perdere il senno”, restituendo la sensazione di “volare” (per questo motivo pare venissero somministrate alle malcapitate nel corso dei processi alle streghe).
Le storie sulla MANDRAGORA, rara e preziosa, la cui radice antropomorfa si diceva emettesse urla terribili al momento della raccolta, sono molte: oltre a prestare il nome alla più famosa commedia del teatro cinquecentesco, è sempre citata nei processi di stregoneria (tra cui quello a Giovanna d’Arco) anche se è solo grazie ad Harry Potter che tutti hanno imparato a conoscerla: è noto che i contadini, per estirparla in quanto velenosa ed infestante, ne legassero un’estremità alla coda di un cane evitando in questo modo il contatto diretto.

Il rizoma contiene atropina che ne fa un potente analgesico, sedativo e narcotico naturalmente se usato in giuste dosi. In un’aiuola della morte non può mancare un TASSO (Taxus baccata) velenoso in ogni sua parte, eppure molto diffuso come albero ornamentale ed utilizzato nell’industria farmaceutica per la sua azione antitumorale ed antimalarica. Di tasso era fatto l’arco di Otzi, la mummia di ghiaccio ritrovata sulle Alpi Venoste: questo avvalora la tesi che non esistono piante buone o cattive ma è indispensabile la conoscenza che ne garantisce un corretto utilizzo. Un uomo come Otzi sapeva evidentemente che il Tasso non era commestibile ma che il legno di Tasso, resistente e flessibile, era ideale per la costruzione di un’arma come un arco.
Erbe Magiche, Animali Fantastici
“Erbe magiche, animali fantastici” è un grande progetto iniziato nel 2020. A tre anni dall’apertura, abbiamo pensato di festeggiare amplificando la dimensione fantastica che è parte integrante della storia di un territorio, consapevoli di quanto sia importante, anche per il pensiero scientifico, nutrire l’immaginazione.

Chi ha già visitato L’Orto del Pellegrino sa che le prime due aiuole sono dedicate rispettivamente alle Streghe ed alla Morte: non sono solo un “memento mori” ma anche una porta magica che consente di affacciarsi su un mondo abitato da creature meravigliose, che attingono ad un passato lontano in cui le diversità culturali trovano radici comuni.

Ci siamo ispirati ai bestiari medievali, a dipinti ed arazzi rinascimentali ma anche alla cultura popolare, in cui c’è sempre stato molto posto per leggende, credenze e magia. Ma la storia, si sa, per poter essere raccontata, ha bisogno di innumerevoli punti di vista. Ci siamo accorti di quanto sia indispensabile attingere alla superstizione e ad un tempo alla chimica se vogliamo parlare di mandragora, così come è necessario passare per la filosofia se vogliamo parlare di cicuta. Per questo progetto abbiamo scelto Sergio Gotti, un artista poliedrico, scrupolosissimo, attento al più piccolo dettaglio, ma soprattutto capace di dare quel fuoco sacro alla materia, proprio come un alchimista medievale. Sergio realizzerà una serie di animali fantastici che, uno dopo l’altro, nel corso di appuntamenti successivi, compariranno tra le aiuole de L’Orto.
Le Erbe delle Streghe e le Erbe della Morte
Nelle prime due aiuole LE ERBE DELLA MORTE e LE ERBE DELLE STREGHE, trovano posto piante tossiche, velenose, perfino mortali. Sono prima di tutto un memento mori indispensabile per chi si accosta al mondo silenzioso delle piante. Ma anche un riconoscimento di una cultura millenaria, che faceva delle erbe preziose e potenti alleate in grado di decidere la vita ma anche la morte delle persone. L’idea che “naturale” equivalga ad “innocuo” è fuorviante: non esistono piante buone o cattive. Le piante devono difendersi e non potendo spostarsi hanno messo a punto strategie di sopravvivenza diversificate tra cui ad esempio la tossicità. Cicuta (Conium maculatum), Aconito (Aconitum cammarum), Elleboro (Helleborus niger), Mandragora (Mandragora officinarum), Giusquiamo (Hyoschiamus niger), Digitale (Digitalis purpurea) sono piante molto pericolose ed addirittura mortali. Ma tra le più pericolose abbiamo anche specie insospettabili come l’OLEANDRO (Nerium oleander), il Mughetto (Convallaria majalis) e perfino il CICLAMINO (Cyclamen Europaeum): i bulbi di quest’ultimo, che Plinio il Vecchio inseriva tra le piante “amuleto”, contengono alcaloidi che erano alla base di preparazioni che facevano “perdere il senno”, restituendo la sensazione di “volare” (per questo motivo pare venissero somministrate alle malcapitate nel corso dei processi alle streghe). Le storie sulla MANDRAGORA, rara e preziosa, la cui radice antropomorfa si diceva emettesse urla terribili al momento della raccolta, sono molte: oltre a prestare il nome alla più famosa commedia del teatro cinquecentesco, è sempre citata nei processi di stregoneria (tra cui quello a Giovanna d’Arco) anche se è solo grazie ad Harry Potter che tutti hanno imparato a conoscerla: è noto che i contadini, per estirparla in quanto velenosa ed infestante, ne legassero un’estremità alla coda di un cane evitando in questo modo il contatto diretto. Il rizoma contiene atropina che ne fa un potente analgesico, sedativo e narcotico naturalmente se usato in giuste dosi. In un’aiuola della morte non può mancare un TASSO (Taxus baccata) velenoso in ogni sua parte, eppure molto diffuso come albero ornamentale ed utilizzato nell’industria farmaceutica per la sua azione antitumorale ed antimalarica. Di tasso era fatto l’arco di Otzi, la mummia di ghiaccio ritrovata sulle Alpi Venoste: questo avvalora la tesi che non esistono piante buone o cattive ma è indispensabile la conoscenza che ne garantisce un corretto utilizzo. Un uomo come Otzi sapeva evidentemente che il Tasso non era commestibile ma che il legno di Tasso, resistente e flessibile, era ideale per la costruzione di un’arma come un arco.
Erbe Magiche, Animali Fantastici
“Erbe magiche, animali fantastici” è un grande progetto iniziato nel 2020. A tre anni dall’apertura, abbiamo pensato di festeggiare amplificando la dimensione fantastica che è parte integrante della storia di un territorio, consapevoli di quanto sia importante, anche per il pensiero scientifico, nutrire l’immaginazione. Chi ha già visitato L’Orto del Pellegrino sa che le prime due aiuole sono dedicate rispettivamente alle Streghe ed alla Morte: non sono solo un “memento mori” ma anche una porta magica che consente di affacciarsi su un mondo abitato da creature meravigliose, che attingono ad un passato lontano in cui le diversità culturali trovano radici comuni. Ci siamo ispirati ai bestiari medievali, a dipinti ed arazzi rinascimentali ma anche alla cultura popolare, in cui c’è sempre stato molto posto per leggende, credenze e magia. Ma la storia, si sa, per poter essere raccontata, ha bisogno di innumerevoli punti di vista. Ci siamo accorti di quanto sia indispensabile attingere alla superstizione e ad un tempo alla chimica se vogliamo parlare di mandragora, così come è necessario passare per la filosofia se vogliamo parlare di cicuta. Per questo progetto abbiamo scelto Sergio Gotti, un artista poliedrico, scrupolosissimo, attento al più piccolo dettaglio, ma soprattutto capace di dare quel fuoco sacro alla materia, proprio come un alchimista medievale. Sergio realizzerà una serie di animali fantastici che, uno dopo l’altro, nel corso di appuntamenti successivi, compariranno tra le aiuole de L’Orto.